“Vedo mia madre e mio padre più spesso ora che non ci sono più di quando loro vivevano a casa e io ero lontano. Vedo mio padre e mia madre più spesso dei miei figli, che pure vivono nella città dove vivo.
Li vedo nel sogno, si capisce, e i sogni sono ricorrenti, quasi sempre mattutini, dopo alcune ore d’insonnia. Li vedo a volte sapendo che si tratta di una replica eccezionale perché non ci sono più, a volte cercando di far tesoro di quegli istanti perché anche nel sogno so che sono precari e preziosi.
L’altra notte ho baciato su una guancia mia madre, come non facevo mai in vita; era calda, quasi umida. Mi rimase da sveglio la sensazione. Sentivo mio padre preoccuparsi di me e io cercavo di godere la loro presenza, sapendo che era una concessione eccezionale. Ritrovo con loro il mio universo e la famiglia unita, restano come i punti fermi di un’esistenza irrequieta, seppure nel regno dei sogni. E dopo pranzo, passate le due, ho un buco allo stomaco perché non ricevo la loro chiamata.”
Marcello Veneziani, Ritorno al sud
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