Il giornalista e scrittore Marcello Veneziani presenta il sul libro “Ritorno al Sud” sabato 4 aprile alle ore 18 e 30 presso il Castello Ducale di Ceglie Messapica. L’appuntamento, organizzato dall’Associazione Culturale 72013, prevede una conversazione con Angelo Maria Perrino, fondatore e direttore di Affaritaliani.it.
Perché è stato licenziato da Il Giornale?
“Ci sono ragioni complesse, ma gliene posso dire una che le riassume tutte. Ritengo finita la stagione del berlusconismo e credo che bisogna dirlo anche sui giornali di Centrodestra”.
Perché è finita la stagione di Berlusconi?
“Da alcuni anni in realtà si è esaurita. Da quando è terminata la sua esperienza di governo ha avuto in questi anni solo preoccupazioni personali, anche comprensibili. Berlusconi non ha più espresso la linea politica e ha osservato il suo partito sfarinarsi. Ha lasciato che tutto si scomponesse ed è ormai ostaggio del cerchio magico che lo circonda. Il disegno politico di Berlusconi non c’è più, era interamente incentrato sulla sua persona. Oggi bisogna pensare a un nuovo Centrodestra, a partire da qualcosa che concluda definitivamente l’esperienza passata. Non si può ripartire da quel leader che l’ha rappresentata negli anni scorsi. Non ha alcun senso contrapporre a Renzi una versione antica e allo stesso tempo analoga al segretario del Pd. Servono altri registri, bisogna andare per altre strade e scegliere altri temi”.
Chi c’è nel cerchio magico berlusconiano?
“Non lo so. So di quelle pasdaran che circondano Berlusconi e che hanno un ruolo in molte cose, non ultimo Il Giornale. Penso che ci sia una sorta di copertura intorno a lui, una specie di cataratta che gli impedisce di vedere la realtà e gli fa vivere una stagione fondata sul rancore”.
Cioè?
“Ogni giorno pensa a come cacciare qualcuno. C’è questa sindrome dell’acciuga per la quale meno siamo e meglio stiamo, una follia per un partito politico”.
Insomma, nel cerchio magico ci sono Bergamini e Rossi. No?
“Non conosco nello specifico i ruoli. So di questa realtà che lo circonda e che ha creato questa sorta di cataratta tra lui e la realtà, prima ancora che tra lui e il partito o il mondo dei media”.
Quindi Salvini ha fatto male a fare l’accordo con Berlusconi sulle Regionali?
“Quello è un accordo tecnico e necessario, hanno fatto bene entrambi. Non aveva alcun senso regalare un paio di Regioni al Centrosinistra e perdere il Veneto. È un accordo tecnico che ha esclusivamente una ragione elettorale e non ha alcuna valenza politica. Salvini ha un’idea di Centrodestra che non passa per Berlusconi ma deve fare i conti con la realtà e sa che in Veneto e in Lombardia c’è ancora questa alleanza necessaria. O meglio, questo simulacro di alleanza di Centrodestra che consente di governare due Regioni importanti”.
Salvini può essere il futuro leader del Centrodestra?
“È sicuramente un punto di svolta. Non credo che possa essere il leader della coalizione, ma di una componente importante che si richiama alla Lega. Occorre una realtà più complessa e non ridotta solo alla figura di Salvini, nonostante la sua indubbia abilità di comunicatore politico e televisivo. Bisogna andare oltre, non contro Salvini ma dentro una possibile coalizione”.
Allora chi sarà il leader del Centrodestra? Giorgia Meloni?
“Non è ancora stata delineata una vera leadership. I quattro personaggi chiave del momento su cui ruotano i fatti sono Renzi, Berlusconi, lo stesso Salvini e Grillo. Questa volta bisogna partire da un’idea, da un flusso di progetti, di disegni e di persone. Sarebbe sbagliato cercare il leader risolutore. La Meloni svolge il suo ruolo egregiamente, ma esprime una destra che deve ancora crescere”.
Alfano sarà in questo disegno?
“Credo di sì. Ho sempre compreso la frattura e poi la scissione del Nuovo Centrodestra. Non si può eleggere un delfino e poi bruciarlo. In secondo luogo quello di Alfano è un tentativo di ragionare oltre Berlusconi. Molti temi mi allontanano dall’Ncd, ma sta tentando di tracciare una linea”.
Ma Alfano e Salvini non posso stare insieme…
“La stessa cosa la si diceva nel Centrodestra di Bossi e Fini, la politica fa cambiare molte cose. E non è detto che i soggetti in campo siano sempre gli stessi. Oggi un’alleanza Alfano-Salvini non è praticabile ma bisogna guardare in prospettiva e ragionare bene. Anche la triangolazione e i patti Regione per Regione la dicono lunga sulla possibilità di alleanze fino ad oggi impraticabili”.
Quindi in futuro Alfano e Salvini potranno stare insieme…
“È possibile, certo. Probabilmente per chiudere il cerchio occorre qualcuno che coordini e rappresenti la sintesi e farli convergere”.
Questa persona può essere Corrado Passera?
“Non credo. Non ha la biografia, la statura politica e il consenso. È un uomo che viene dall’oligarchia del nostro Paese e non credo che possa avere una grande popolarità”.
fonte: http://www.affaritaliani.it/politica/marcello-veneziani-361884.html
Per scriverci e segnalarci un evento contattaci!