MANDURIA – Il sequestro delle partite di vino «non riguarda affatto la qualità o la tipologia del vino, ma si limita soltanto a sollevare un problema, riguardante l’etichettatura, riportata nella parte posteriore di ogni singola bottiglia di vino proveniente dal Salento e a prendere posizione in relazione ad una vertenza relativa ai brand commerciali». A dichiararlo è la Farnese Vini in un comunicato stampa in cui la società di Ortona, indagata dalla Procura di Taranto per una presunta frode in commercio, illustra dal suo punto di vista la vicenda del vino Primitivo sequestrato dalla Guardia di Finanza di Manduria.
«Tale questione, puramente tecnica, a nostro avviso – si legge – trae origine da un’errata interpretazione della norma riguardante l’etichettatura ed imbottigliamento del vino. A conferma di quanto sopra – spiega l’ufficio comunicazione dell’azienda abruzzese -, abbiamo appena appreso dai nostri legali che il giudice incaricato Dottoressa Lucia Campo, ha negato la conferma del provvedimento di sequestro preventivo di iniziativa eseguito dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Manduria». Il dissequestro in effetti riguarda metà della quantità bloccata dalle Fiamme Gialle. «La magistratura – continua la nota – che aveva emesso il provvedimento cautelare, ha richiamato la normativa, di cui al decreto legislativo numero 109 /92 e successive modifiche, che a nostro avviso non sono valide e non possono riguardare l’imbottigliamento del vino, ma solo l’etichettatura di prodotti alimentari». Sempre secondo la società che produce e commercializza vini in tutto il mondo, «l’etichettatura del vino deve essere effettuata ai sensi e per gli effetti del regolamento CEE numero 607/2009 del 14.07.09 e dal successivo decreto di attuazione da parte del Governo Italiano del 13 agosto 2012.
La nostra società – prosegue – non ha fatto altro che adeguarsi a tale ultima normativa, che risulta tuttora vigente e che è poi utilizzata da tutti gli imbottigliatori d’Italia e d’Europa. La questione giudiziaria – spiega ancora il comunicato stampa – trae la sua origine da vicende societarie e di concorrenza che nulla hanno a che vedere con la qualità del prodotto vinicolo o dalla sua provenienza. I prodotti della nostra azienda risultano essere originali, organoletticamente perfetti e di prima qualità». La società di Ortona ha dato mandato ai propri legali affinché chiariscano con la magistratura l’interpretazione della legge sul vino e allo stesso tempo perseguitino coloro i quali hanno dato origine a questa inesistente e incresciosa vicenda. Per la parte inerente l’utilizzo dei marchi – conclude lo scritto – cercheremo di far valere le nostre ragioni davanti al magistrato competente».
da La Voce di Manduria
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