Inaudite violenze fisiche su un bimbo di appena tre anni sono state certificate dai medici dell’ospedale di Manduria e dalla guardia medica. Atti che non si dovrebbero nemmeno immaginare su una creatura così piccola, ancor più terribili se si pensa che tutto ciò sembra essere avvenuto nella propria casa e che gli aguzzini sarebbero proprio coloro i quali avrebbero dovuto difenderlo: i propri genitori. E’ questa l’orribile storia raccontata da un parente del piccolo che abita in un comune che confina con Manduria il quale si è recato l’altro ieri alla guardia medica del suo paese e poi, consigliato dal medico di turno, dai sanitari del pronto soccorso ospedaliero. E’ lì che sono stati certificati i segni delle sevizie lasciate sul corpo del piccolo. Tanto crudeli da lasciare senza fiato: cinghiate sulle natiche e sui fianchi, ripetute chissà per quante volte, molte delle quali ormai in fase di guarigione, segni di strangolamento ed ecchimosi sul volto e persino ustioni di secondo grado alle dita dei piedi. Il responsabile di questo orrore, avrebbe raccontato il parente della piccola vittima che l’accompagnava, sarebbe il convivente della madre che vive in un paesino della provincia di Lecce dove la donna è andata ad abitare dopo la separazione con il marito e padre legittimo del suo unico figlio. Da quel comune salentino il parente del bimbo è andato a prenderlo proprio per strapparlo dalle mani dell’orso, autore di tanta inaudita violenza.
I certificati medici che l’adulto ha consegnato alle forze dell’ordine per le indagini del caso lasciano interdetti: ecchimosi al volto e al collo, ferite all’orecchio, bruciature profonde alle dita del piede sinistro ma soprattutto i segni delle frustate al bacino e sui glutei probabilmente inferte con una cinghia.
L’accusato principale è il convivente della madre. Una coppia, pare, dedita all’uso di sostanze stupefacenti. Il bimbo sarà sottoposto ora a visita legale e psicologica.
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