Spesso facciamo grande confusione, ha sostenuto Bruni, tra civiltà e società, ed è un male soprattutto per le generazioni che cercano di capire la tempere nella quale si trovano a vivere. Bisogna insistere su una filosofia della vita che sia una filosofia forte e andare oltre ogni relativismo perché occorre uscire fuori dalla debolezza del pensiero ed entrare in una nuova stagione che va abitata con la consapevolezza dell’amore. Non solo parlando d’amore, ma avendo consapevolezza. Occorre necessariamente recuperare le Parole di San Paolo e fare in modo che la sua resti testimonianza di vita presente. Soltanto il linguaggio della poesia, ha dichiarato Bruni, e quello delle letterature possono abbattere le trincee annidate nei concetti di frontiera, confine, orizzonti chiusi. Il mondo aspetta un linguaggio di riconciliazione e bisogna far riconciliare le civiltà alle fedi. Attenzione, ha ammonito Pierfranco Bruni, perché parlare di fede non significa discutere di religione soprattutto in un viaggio tra Oriente ed Occidente o tra gli interni degli Orienti”. È su questo percorso che Pierfranco Bruni ha indirizzato la sua relazione presentando i suoi testi di poesia tradotti in spagnolo per un libro che ha visto la luce a Santo Domingo. Si è soffermato su una letteratura che sia “sguardo di riconciliazione” per tentare di attraversare gli esili ha detto, che occupano lo scenario delle coscienze dei popoli e delle genti. Più volte ha citato San Paolo. D’altronde Paolo di Tarsia è uno dei personaggi centrali che campeggia nel suo ultimo romanzo “La pietra d’Oriente” (Pellegrini), che sta avendo grande risonanze anche in alcuni Paesi esteri per il tracciato che attraversa tra le figure di un Mediterraneo inclusivo. Avere consapevolezza del linguaggio dell’amore “senza mai avere il timore d’amare”. Letteratura, metafisica ed esistenza.
I tre capisaldi del viaggio percorso da Pierfranco Bruni nell’ incontro sulle Letterature Altre.