Dalle prime luci dell’alba, nelle provincie di Bari, Palermo e Taranto, è in corso l’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 19 soggetti (di cui 17 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) a cui sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza per una pluralità di delitti. L’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di una complessa attività di indagine articolata in due filoni investigativi: il primo ha riguardato un’associazione di tipo mafioso operante sul territorio di Valenzano (BA); il secondo ha avuto ad oggetto, tra l’altro, un episodio di scambio elettorale politico-mafioso, nonché l’individuazione di un sodalizio delinquenziale finalizzato al reato di corruzione elettorale.
Tra gli arrestati portati in carcere figurano Francesca Ferri, consigliera comunale di Bari per Italia Popolare.
Arresti domiciliari per Nicola Canonico, imprenditore e presidente del Foggia calcio, in passato consigliere pugliese e comunale a Bari. Le indagini riguardano un presunto scambio elettorale politico-mafioso per le elezioni amministrative di Bari e di Valenzano del 2019
Con riferimento al primo filone investigativo, oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione alle misure cautelari personali nei confronti dei soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in minacce, porto e detenzione di armi comuni da sparo, estorsione, usura, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), 10 degli indagati farebbero parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso operante nel comune di Valenzano che, anche con l’uso della violenza e delle armi, avrebbero imposto la loro volontà nel commettere i reati di estorsione, usura, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
I provvedimenti cautelari in fase di esecuzione conseguono a un’indagine avviata nel settembre del 2017 su delega della Direzione Distrettuale Antimafia alla Sezione Operativa dalla Compagnia Carabinieri di Triggiano, allo scopo di svelare i collegamenti esistenti tra un noto pregiudicato ed il clan Parisi. I gravi indizi di colpevolezza raccolti hanno permesso di individuare di attribuire allo stesso pregiudicato il ruolo di promotore di un progetto criminale, i cui sodali sono stati identificati in 7 fedelissimi nonché nei suoi genitori, la cui madre – in particolare – è sorella di un defunto boss, ucciso in un agguato di mafia nel 2009.
Le intense investigazioni, protrattesi nel corso di due anni, hanno consentito di far luce su un’attività di polizia che aveva garantito, nel maggio del 2016, il sequestro di armi e droga fino ad allora nella disponibilità dei sodali. Inoltre sono stati scoperti cinque episodi estorsivi, sei episodi di usura, un episodio di reimpiego di denaro proveniente da illecita attività e svariati episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, nel contrasto ai quali sono state arrestate nella flagranza del reato 10 persone. È da sottolineare come il capo ed i suoi fedelissimi non avessero nessuna remora nell’utilizzare armi, violenza fisica o minacciare le loro vittime. Tra gli ingenti sequestri effettuati, spiccano, oltre ad armi e munizioni, gli oltre 32 kg di sostanza stupefacente.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine alle ipotesi di reato contestate, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
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