L’uomo è stato bloccato mentre tentava di lasciare l’Italia su un traghetto. Si cerca il corpo della tredicenne
MILANO – Drammatica svolta nelle indagini sulla piccola Yara: la tredicenne scomparsa nove giorni fa da Brembate Sopra (Bergamo) sarebbe stata uccisa ed il suo corpicino nascosto da qualche parte. E’ stato fermato domenica mattina, con l’accusa di omicidio, sequestro di persona e cccultamento di cadavere il marocchino 23enne bloccato sabato sera dai carabinieri mentre cercava di lasciare l’Italia a bordo del traghetto Berkane, diretto a Tangeri, in Marocco. L’immigrato è arrivato nella caserma del Comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, in via delle Valli, intorno alle 23 di sabato. E’ in corso il suo interrogatorio, pare nel carcere di Bergamo di via Gleno, da parte dei carabinieri e del pm Letizia Ruggeri. In un primo tempo si era parlato anche del fermo di un italiano, ma la circostanza è stata poi smentita dagli inquirenti.
L’INTERCETTAZIONE – «Che Allah mi perdoni, ma non l’ho uccisa io». Secondo indiscrezioni, sarebbe stata questa frase, intercettata al telefono, a convincere i Carabinieri che investigavano sulla scomparsa di Yara Gambirasio della responsabilità del marocchino. Pare che i sospetti fossero indirizzati nei suoi confronti quando l’uomo si è assentato dal lavoro nei giorni successivi alla scomparsa di Yara. L’uomo lavorava proprio nel cantiere del centro commerciale di Mapello dove i cani avevano più volte condotto gli investigatori. Sul marocchino si sarebbe indirizzata l’attenzione degli inquirenti quando l’uomo ha lasciato il suo luogo di lavoro e residenza abituale ed è partito per Genova, con l’intenzione di imbarcarsi sul traghetto diretto in Marocco. A quel punto è scattato il blitz per impedire la fuga. Accertamenti sono tuttora in corso sull’eventuale presenza di complici.
Fonte: CorrieredellaSera.it
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